Aliante da pendio RG14

 

All'inizio del 2006 comprai sul mercatino di Baronerosso una fuso in carbonio appena sfornata dallo stampo e un paio di ali in poli bianco da rivestire tagliate con la CNC, da 1,8m di AA e profilo RG14.

Essendo il mio primo aliante (escluso i tuttala), ho cercato di non fare le cose di fretta per poter così commettere, durante la costruzione, meno errori possibili. E in effetti la costruzione ha richiesto un paio di mesi di lavoro.

La cosa più laboriosa da fare è stata la costruzione delle ali. Ho deciso di impiallacciarle con noce tanganika da 0,6mm, non avendo trovato l'obeche. La noce tanganka si trova a pochi soldi presso quasi tutti i rivenditori di legno, ed è molto dura e si presta molto, a mio parere, al rivestimento di ali in poli se poi la finitura viene fatta in fibra.

Ho posto nelle ali alcuni rinforzi in fibra da 160g/m^2 nei punti critici, poi vi è lo strato di noce e poi un ulteriore strato di fibra da 40 come finitura. Come cerniere ho usato delle strisce di peel ply. La resina utilizzata è la 285 di Shaller. Nelle ali vi è un longherone di tiglio 10x10.

La mia pompa del vuoto è composta da un sacco a vuoto di quelli per i piumoni, misure 80*120, da un motore per frigoriferi e da un vacuostato composto da un barattolo di marmellata con uno swich collegato sul coperchio. Quando la pressione diminuisce, il coperchio viene risucchiato dentro aprendo il circuito. All'interno del barattolo ho messo una molla di acciaio per aumentarne la rigidità. Per tarare la pressione di lavoro (all'epoca che non avevo il vacuometro), che si ricorda non deve superare i -0,30-0,35 bar per il poli bianco espanso e -0,45-0,50 bar massimo per quello estruso, usai il principio di torricelli, tarando il vacuometro quando la mia pompa era in grado di aspirare, tramite un tubicino, 3,5 metri di olio (la densità dell'olio è 0,9Kg/dm^2, quindi 3,5m di olio sollevato corrispondono a 315g/dm^2 di pressione). Ecco una foto delle ali nel sacco del vuoto prima che appoggiassi le controsagome con i pesi (che servono essenzialmente per controllare eventuali indesiderate svergolature causate da eventuali tensioni nel sacco).

Le ali sono state unite con un tondino di acciao inserito nel longherone e incollato con 30 minuti e con un doppio strato di fibra da 200 g/m^2 messa a rombo.

L'elevatore della foto è stato realizzato da balsa da 4 mm fibrata con fibra da 40g/m^2. La prima versione, come è evidente nella prossima foto, non era pittata. Il peso si aggirava su 1450 grammi.

Dopo averlo pitturato (con alcuni errori) il peso è cresciuto fino a 1600g, per un carico alare pari a 52g/dm^2

Particolare del timode di direzione. Al'interno della fuso ho realizzato un alloggiamento in balsa e ho realizzato il movimento a "compasso" utilizzando un tondino di carbonio come cerniera. Il direzionale, fatto in estruso, è stato ricoperto di tanganika e poi fibrato col vuoto (il tanganika soffre l'umidità).

 

Il secondo elevatore invece l'ho realizzato in maniera tale che potesse essere smontato. Altri dettagli sulla realizzazione in fondo alla pagina.

Il collaudo è stato fatto con condizioni di dinamica medio-forte, e non c'è stato alcun problema di baricentro (il baricentro l'ho calcolato col programma apposito e ho dovuto aggiungere quasi 300 grammi di piombo in punta). Il volo di questo aliante è tipico di un aliante con una AA di solo 1,8m e un profilo cattivo come l'RG14. Il basso diedro utilizzato poi non aiuta certo... In effetti il modello risulta molto reattivo e lo stallo sempre in agguato, ma il volo è maledettamente veloce e divertente e le acrobazie sono molto eleganti. Inoltre acquista delle velocità sorprendenti. Non sopporta le basse condizioni, per dare il suo meglio vuole il vento forte, ma non lo disturba il vento a raffiche e avanza come se nulla fosse. L'atterraggio deve essere fatto in maniera tale da prendere in considerazione che lo stallo può metterlo in crisi, quindi non deve essere rallentato mai.

Per realizzare un elevatore decente, ho effettuato diverse prove e buttato un sacco di lavoro alla ricerca di un elevatore robusto e leggero. Alla fine ho trovato il giusto compromesso usando un'anima di poli bianco a pallini, dei rowing di carbonio, del peel ply, della fibra da 160 e da 40. Ho utilizzato anche del kevlar pesante per rinforzare la zona di attacco alla fuso e la zona della squadretta.

Come prima fase ho disteso i rowing di carbonio sull'anima di poli sagomato spesso 8 mm, poi ho applicato il peel-ply su una striscia di fibra che è servita anche per rinforzare la parte mobile. La fibra da 160 l'ho applicata sulle sagome della carta che vedete in figura. Su tale carta plastificata non attacca nessun genere di colla. Ho poi chiuso il panino e con una forbice affilata ho ritagliato la carta attorno all'anima in poli per avere dei bordi decenti. Non ho usato il cristal perchè è poco flessibile e quindi non mi avrebbe dato un bordo di ingresso preciso come volevo. Prima di applicare la fibra sulla carta, ho pittato la carta con una bomboletta di pittura bianca, in tal modo ho potuto evitare la stuccatura ed è servito anche come prima mano di bianco. Questa operazione ha anche un altro vantaggio, infatti il colore risulta inglobato nella resina e non si scrosta facilmente.

Ecco il risultato finito. L'elevatore pesa 48 grammi ed è stremamente rigido. Inoltre è spesso 8 mm e quindi è anche più bello da vedere di uno fatto con una tavoletta di balsa fibrata da 4mm. Ne sono davvero soddisfatto.

 

Il modello è perfettamente in ordine di volo, dopo molte ore di volo.

MODIFICHE

Ho realizzato nuove ali e nuova basetta portaservi.

Il profilo alare è un MH42 un pò modificato verso l'estremità, la pianta alare quella del Fox, con le corde di estremità giusto un pò allargate per non avere corde troppo strette. Gli ultimi 15 cm dell'estremità alare passano da MH42 a Ritz 3-30-10 con -2° di svergolamento. In tal modo si sfavorisce lo stallo d'estremità. L'ala ha diedro 0, ammetto che per una coda a T non è il massimo perchè le ali da lontano fanno sembrare il diedro negativo.

 

L'ala è stata realizzata tutta assieme, seguendo un iter che mi sento di consigliare. Ecco il procedimento seguito:

- taglio delle anime con la TGA (estruso da 32kg/m^3)

- incollaggio semiali

- è stato praticato lo scasso per il longherone composto da un quadrello di tiglio da 5mm sul ventre e sul dorso I due quadrelli (lunghi 2 metri e comprati da un negozio di legnami a 1€ l'uno) sono stati incollati in questi scassi con resina + microballons. Poi sono state stuccati, sempre con resina+microballons, per coprire gli avvallamenti

- è stata ritagliata l'impiallacciatura di tulipè (che è più duro del Tanganika), e preparata come al solito con turapori e carta abrasiva. Il legno è da considerarsi quasi un tessuto UD, quindi ha bisogno di un rinforzo per la torsione. Pertanto ho pensato di mettere un doppio strato di vetro in diagonale.

- ho passato la resina su tale impiallacciatura, aggiungendo uno strato di tela di vetro da 80 in diagonale e diversi rinforzi in carbonio da 200 sulle estremità alari, sulla radice. Vi è anche del carbonio unidirezionale sul longherone.

- Ho messo lo strato di legno, fibra e carbonio sulle anime e ho messo tutto sottovuoto, in un sacco saldato e lungo quasi 3 metri. Prima della aspirazione, ho messo il mio sandwich nelle controsagome di poli e ho messo alcuni pesi per evitare che, con la pressione, ci fossero delle tensioni non desiderate che mi svergolassero l'ala. Quindi il sandwich era composto (da dentro a fuori): poli+quadrello, carbonio, vetro da 80, impiallacciatura.

- Appena catalizzato, ho tirato fuori il mio manufatto e l'ho rifilato

- ho lavorato il BE creando uno scasso stretto e profondo e infilando alcuni rowing di vetro. I rowing di vetro, una volta laminati, hanno delle caratteristiche fisiche ottime. Rifilare il BE in vetro, a catallizzazione avvenuta, è invece una operazione assai fastidiosa per via della polvere che irrita la pelle, molto peggio del carbonio. Operazione da fare all'aperto con maschera, guanti e maglia a maniche lunghe.

- come finitura ho aggiunto un altro strato di vetro da 40 (sempre in diagonale) sottovuoto. Il vetro stavolta è stato laminato sul mylar da fiorai. Tale vetro l'ho laminato con resina + una parte di microballons. Sul mylar ho posto uno spesso strato di PVC (Crystall)

La basetta non ha nulla di speciale. Ho laminato vari strati di carbonio che poi ho tagliato. La basetta è stata incolata alla fuso con l'ausilio di rowing di carbonio impregnato. Il servo del profondità è stato sostituito con un digitale mini con ingranaggi in metallo.

Ecco le foto

 

Rispetto all'originale, il modello pesa 1700 grammi per 31dm^2 di superficie, quindi un carico alare di 55g/dm^2. La superficie dell'elevatore è circa 5dm^2, quindi abbiamo un fattore K di circa 0,6. Il volo è leggermente più lento (nonostante il carico alare sia aumentato), ma la tendenza allo stallo rispetto alle ali precedenti con RG14 costante su tutta l'ala è diminuita molto. Inoltre il profilo variabile funziona bene.

Link ai video:

LINK VIDEO 1

 

 

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