Dedalo

 

Progetto per un modello "Formula Dedalo"

 

Come da titolo si tratta di un progetto quindi prendetelo come tale.

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Anche se molte tecniche costruttive le ho collaudate ampiamente ed il modello non è il primo della serie Dedalo, sono certo che tante piccole modifiche ed aggiustamenti del tiro verranno costruendo e magari dibattendo con chi vorrà ingaggiare una discussione. In ogni caso non mancherò di far seguire aggiornamenti e foto durante la costruzione.

Il modello nasce per la Formula Dedalo , 7 celle e motore 400. http://www.baronerosso.it/News70.html

In sostanza un modello da durata e precisione d'atterraggio. Deve quindi combinare bassa velocità di discesa e manovrabilità.

Per ottemperare alla bassa velocità di discesa, ed essendo anche limitata la potenza disponibile è ovvio che la leggerezza sia un parametro fondamentale. La tecnica costruttiva è quindi orientata verso quest'obiettivo.

Disegni costruttivi in WMF

Dedalo schema

Dettagli A

Dettagli B

Foglio excel con le dimensioni

 

La geometria

 

Il profilo alare: ho cercato un compromesso tra la bassa resistenza (sotto motore), un buon coefficiente di portanza ed uno spessore massimo che consentisse una struttura sufficientemente robusta con il minor peso possibile. Doveva inoltre essere variabile per le diverse fasi di volo.

La scelta, dopo molte indagini, ripensamenti, consigli ….e monetina lanciata in aria, è caduta sull'AG25. Ci vivrà vedrà, solo il collaudo potrà dare risposte.

 

La superficie alare: determinata facendo una media dei migliori modelli consimili della categoria, tenendomi un po' sul basso convinto come sono che la partita si gioca per la massima parte sulla quota raggiunta sotto motore.

 

La pianta alare : a trapezio semplice certo come sono che sagome curve se non realizzate mantenendo la fedeltà al profilo possano creare più problemi che vantaggi. Probabilmente con la costruzione in stampi eseguiti a controllo numerico possono dare vantaggi aerodinamici più che estetici. È un'ala con “flapperoni” più che alettoni per poter ottimizzare l'assetto sotto motore ed in planata, oltre ad avere una posizione per frenare il modello in atterraggio o ancora, in posizione deportante, per uscire da una termica o comunque scendere velocemente senza prendere troppa velocità in affondata. Con una leggera miscelazione al direzionale servono anche per rendere più pronta e stretta la virata.

 

Il diedro alare: 6° non sono pochi ma, in considerazione che la virata sarà impostata decisamente con il direzionale piuttosto che di alettoni ed il basso carico alare con conseguente bassa velocità, ho preferito propendere per questa soluzione.

 

Il braccio di leva: generoso, in considerazione del fatto che il muso deve essere lungo per poter portare eliche ripiegabili di notevole diametro ed anche per avere una buona autostabilità, Tutto sommato…..meglio che faccia da solo anche a costo di una maggiore inerzia.

 

La verifica della stabilità : anziché con il consueto diagramma di Crocco l'ho eseguita con un foglio di calcolo fornitomi da Franco Bussi che qui ringrazio per la gentilezza con la quale mi ha guidato mettendo a disposizione con pazienza la sua esperienza professionale. I risultati li trovate nel foglio excell allegato. Sono sicuro che un'indagine così accurata sia un ottimo e direi indispensabile esercizio di comprensione della dinamica del volo. Per ottenere dei parametri certi tuttavia servirebbe una precisione d'esecuzione che non penso sia ottenibile con i mezzi a nostra disposizione. Noterete che ho posto in fase di progetto i piani di coda allineati con il boom con un'incidenza di 1° anziché 0,5° derivanti dal calcolo ma i piani di coda sono tutti mobili e facilmente regolabili, ho preferito abbondare un pochino per tenere magari la coda un po' più alta.

 

La struttura

 

Il peso: ovviamente, il minore possibile! Sembra una banalità, ma a volte alcune scelte che sembrano di poca importanza, come lo spessore del profilo possono spostare di molto il risultato finale. Per questo ho allegato una dettagliata analisi dei pesi che mi è servita ad ottenere il miglior compromesso tra scelta strutturale difficoltà costruttiva ed ovviamente responso della bilancia.

La struttura alare: in polistirolo estruso da 30 k/mc. rivestito direttamente sotto vuoto in tessuto di vetro da 40 g/mq.

http://www.baronerosso.it/forum/showpost.php?p=233197&postcount=43

http://www.baronerosso.it/forum/showpost.php?p=202066&postcount=5

È una tecnica che ho cominciato a sperimentare alla fine degli anni 80 nella quale ho fatto molta esperienza, oggi usata nei DLG, ritengo che sia molto valida e, tutto sommato, alla portata di un modellista “costruttore”. Di meglio penso ci sia solo lo stampo che tuttavia diventa ogni giorno più raggiungibile visto il proliferare delle macchine CNC, bisogna per altro avere certezze sulla geometria alare.

Il longherone a T, eseguito in opera con nastro di carbonio unidirezionale, è incassato con una spatola nel polistirolo. (Sono ancora indeciso se preparare separatamente il longherone e dopo infilarlo nel polistirolo al momento del rivestimento). Rinforzi in carbonio sul Be e Bu quello del Be incollato con lo spray della 3M e poi resinato contemporaneamente al rivestimento, quello del Bu è una striscetta di carbonio preparata, su un piano di cristallo, separatamente per aiutare a tenere dritto il Bu durante la resinatura.

I flapperoni sono fissi all'estremità dell'ala (a conferma che la loro funzione non è di alettoni) per limitare lo stallo d'estremità nelle virate strette.

 

I piani di coda : sono anch'essi in polistirolo rivestito con tessuto di vetro da 25 g/mq con rinforzi in carbonio, tutti mobili per ottenere unitamente allo spostamento del baricentro con la batteria una più ampia possibilità di regolazione ovvero, dovendo badare al tempo di volo, trovare un assetto atto a privilegiare la portanza rispetto all'efficienza. A “V” di 110° per allontanarli dalla scia del motore e per essere più protetti in atterraggio. A "T" sarebbe meglio aerodinamicamente, ma comporterebbe un aumento di peso ed una struttura più complessa.

 

Il pod: in carbon-kevlar da 160 g/mq. con i supporti dei servi come irrigidimento. Il motore è fissato ad un tappo in carbonio sfilabile per poter essere sostituito rapidamente e facilmente, essendo la parte anteriore totalmente chiusa. Posteriormente è aperto per sfilare facilmente la batteria.

 

Il boom: http://www.baronerosso.it/Articolo227.html conico in calza di carbonio costruito utilizzando una segmento di canna da pesca come anima. Il supporto dei piani di coda è realizzato con un tubetto d'alluminio piegato a 110° con un'anima in roving di carbonio forzato prima della piegatura per impedire lo schiacciamento ed irrigidire la base.

 

La trasmissione dei comandi : è eseguita mediante cavetti a trazione ed elastico di ritorno, con la trazione a cabrare per non rischiare che la forza aerodinamica in affondata superi quella dell'elastico e renda impossibile la cabrata. Una molletta di richiamo sui servi serve a controbilanciare quella sui piani di coda per non tenere il servo sempre sotto trazione.

È un sistema che uso per la prima volta quindi vi saprò dire dopo il collaudo se varrà la pena, certo è il più leggero e con meno giochi!

 

Molte altre sono le considerazioni che farei per perorare le mie scelte, ma non vorrei essere prolisso.

Se qualcosa dovesse essere poco chiara o richiedesse maggiori approfondimenti, sono a disposizione magari sul forum del Barone in modi da poter essere utile a molti.

In ogni caso per insulti o critiche o magari complimenti non esitate a scrivermi. eokyvi@tin.it

 

Mauro Vignola

marzo 2007